lunedì 26 agosto 2013

Cereali a paglia: prime valutazioni sulla campagna 2013


Le operazioni di raccolta dei cereali a paglia sono terminate ed è già possibile fare alcune valutazioni di massima sui risultati produttivi di questa campagna, che purtroppo non hanno brillato e nella maggior parte dei casi si sono rivelati molto bassi.
Quasi ovunque le produzioni e le caratteristiche qualitative principali si sono rilevate inferiori a quelle dello
scorso anno.
Questo è dovuto principalmente all’abbondante piovosità di quest’anno che non ha certamente favorito il normale sviluppo vegetativo dei cereali a paglia e, spesso, i ristagni idrici hanno creato un ambiente non favorevole alla colture stesse e a volte non ha consentito di effettuare concimazioni, diserbi e i trattamenti di difesa nei giusti tempi.
I risultati sono stati molto altalenanti nei diversi areali, anche nelle aziende agricole della stessa zona, proprio in funzione delle condizioni di drenaggio presenti.
Oltre alla piovosità, gli sbalzi di temperatura, con forte escursione termica giorno/notte, possono essere una delle cause del minor numero di cariossidi/spiga, che insieme al minor numero di culmi giustificano le rese inferiori alla norma.
In generale la produzione è stata inferiore del 15/20 % rispetto al 2012, con rese medie che variano a seconda degli areali produttivi.
«Nell’area del ravennate possiamo dire che per quanto riguarda i frumenti teneri, quelli comunemente chiamati “misti rossi”, hanno reagito meglio alle sfavorevoli condizioni atmosferiche con rese medie che oscillano tra i 6-6,5 tn/ha, con anche delle punte per alcune varietà che hanno superato le 8 tn/ha; mentre per i frumenti teneri “bianchi” e il frumento duro le cose sono andate diversamente ed escono più penalizzati – spiega Augusto Verlicchi, Direttore settore cerealproteici di Terremerse -  Stessa situazione, ma con rese medie leggermente inferiori nell’area del ferrarese: 5,5-6,5 tn/ha per i grani teneri rossi e 5 -6 tn/ha per i grani teneri bianchi, 4,5-5,5 tn/ha per il grano duro.»
Anche da un punto di vista qualitativo la situazione dei frumenti teneri e del frumento duro è molto disforme
e certamente notevolmente diversa rispetto allo scorso anno. Per quanto riguarda i teneri, la prevalenza di prodotto con peso ettolitrico da 78/80 è compensato con partite che presentano pesi elevati di 83/84, con un livello proteico medio di circa 12,50 -13. Per i duri un peso ettolitrico medio attorno a 79-80 e un livello
proteico medio da 12 a 13, comunque di quasi 2 punti inferiore allo scorso anno, con purtroppo un aumento di cariossidi Volpate e soprattutto del “Bianconato”, un po' su tutte le varietà.


«Per quanto riguarda il dato sulla quantità ritirata da Terremerse, il risultato è molto confortante e in controtendenza rispetto a un generale calo produttivo: infatti abbiamo superato il quantitativo ritirato lo scorso anno – sottolinea Verlicchi - In termini generali, il nostro dato è certamente più interessante se lo rapportiamo al lieve incremento delle superfici, che il bollettino Agrit di giugno ha stimato per l’Emilia Romagna: appena un + 3% rispetto al 2012». Mentre per quanto riguarda la situazione delle superfici a
livello nazionale, sempre il bollettino Agrit appena pubblicato sul sito del Ministero delle Politiche Agricole stima:
• Frumento duro:
1.081.000 ettari (-17% rispetto al 2012);
• Frumento tenero:
601.000 ettari (-3%);
• Orzo:
274.000 ettari (+ 2%).
Le rese produttive inferiori alla norma sia di frumento tenero e sia di frumento duro, con oscillazioni notevoli
anche nell’ambito delle stesse varietà, le caratteristiche merceologiche in molti casi al di sotto degli standard normali con pesi specifici e indici proteici mediamente bassi in particolare per frumenti duri, creano i presupposti per una campagna commerciale difficile e dall’andamento incerto.
Dopo un’annata, quella scorsa, caratterizzata da prezzi di tutto rispetto, assistiamo in quest’avvio di campagna al un calo di tutte le precedenti quotazioni, soprattutto per effetto di una maggior disponibilità di prodotto nella U.E. L’andamento stagionale sta favorendo le buone rese produttive degli altri Paesi europei, anche se ancora regna una certa incertezza sulla qualità dei raccolti.
Il contesto di riferimento, dunque, si presenta diverso a quello dello scorso anno, quando gli effetti della siccità sulle produzioni avevano influenzato positivamente la partenza delle quotazioni dei principali cereali.
Quest’anno c’è quindi da attendersi un situazione commerciale “più normale” rispetto a quella del 2012: la differenza sarà molto incentrata sugli aspetti qualitativi dei diversi areali produttivi.
Conclude Verlicchi: «A fronte, comunque, di annate produttive che da un punto di vista climatico si differenziano notevolmente e che influiscono non solo sui risultati produttivi ma anche a livello commerciale, la corretta gestione “agronomica”, a iniziare dalla sistemazione e preparazione del letto di semina, passando per una giusta fertilizzazione impostata su una “analisi del terreno” per evitare sprechi ma anche carenze, un’attenta e puntuale difesa, l'individuazione della “tipologia” e della “varietà” più adatta all’areale di produzione e la valorizzazione mercantile, compreso la gestione commerciale e la sua immissione sul mercato, diventano fattori determinanti e irrinunciabili per mantenere la redditività della coltura».